oggi ho passato buona parte della giornata in un pronto soccorso di un ospedale dell'hinterland milanese. in attesa. ho aspettato e ho osservato la fauna che popola e frequenta (suo malgrado) questi luoghi. un ragazzone piegato in due da una appendicite. una signora che avrebbe potuto essere mia madre, vittima di un mancamento in autobus. e poi lettighe e lettighe cariche di miliardenni in debito d'ossigeno o cardiopatici a causa (credo) del gran caldo di oggi. il più irritante è stato un parente in sala d'aspetto: "non me ne frega un cazzo che c'è già dentro sua madre e sua sorella.. oh, io a mia nipote la devo vedere, è un mio diritto, porca puttana!". la ragazza in questione stava benone. il motociclista da lei travolto, molto meno.
ma il tizio più bizzarro che ho notato è stato un infermiere-furetto che ogni mezz'ora usciva beatamente dalla porta principale del pronto soccorso, attraversava la sala d'aspetto, infilava qualche moneta nel distributore e prelevava il bicchierino di cioccolata calda. sempre e solo cioccolata calda. almeno cinque volte ha ripetuto il rito, nonostante il caldo. il tutto condito da un sorriso furettesco che spalmava pacificamente a tutti gli astanti.
la persona che accompagnavo è poi stata ricoverata. ma non è la prima volta. i medici han detto che non c'è stata nessuna nuova lesione ai tessuti cerebrali, e non si spiegavano l'accaduto. nemmeno la tac ha sciolto i dubbi. in reparto l'ho guardato e in un primo momento ho creduto che lo sguardo fosse ricambiato. poi ho capito che non guardava me, ma attraverso e oltre il mio corpicione.
venerdì 20 giugno 2008
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