giovedì 21 maggio 2009

il fornitore-dipendente

per il lavoro che faccio mi reputo fortunato: la società per cui lavoro è in parte anche mia, i soci sono belle persone, e belle sono le persone che collaborano con noi per brevi o lunghi periodi. i ritmi di lavoro sono generalmente rilassati e si passa da momenti di calma quasi totale a momenti di tensione. i famosi peaks and valleys. tutto normale.

la parte apparentemente migliore del tutto è che non ci sono capi a cui "fare rapporto", ma solo clienti: tu hai bisogno dei miei servizi, io te li offro ai prezzi e ai tempi che concordiamo, cercando di venire incontro alle reciproche esigenze. un rapporto alla pari. ma solo in apparenza, appunto.
alcuni di questi clienti, non molti per fortuna, oltre a imporre di fatto tariffe al di sotto del normale, ti trattano come se fossi un loro dipendente, al quale possono passare quanto più lavoro possibile, da fare nel minor numero di ore possibile, nel tentativo di farti galoppare come un treno per rispettare i loro tempi e i loro budget. perché loro sono quelli che proverbialmente "hanno sempre ragione".

dopo averlo fatto da dipendente, è qualche anno che ormai faccio questo mestiere in proprio, non molto tempo per carità, ma quest'esperienza mi ha reso un po' sgamato. in passato cercavo di assecondare e accondiscendere a queste richieste "da dipendente", ora basta: è giorni (mmh...settimane...) che combatto verbalmente (via mail, telefono, chat) con un cliente che non vuole sentire ragioni in merito. nel tempo questo cliente si è rivelato essere tra i peggiori mai incontrati, per il fatto che imponga tariffe che manco a shangai, ma anche per la dimostrata incapacità di gestire il lavoro e le persone che questo lavoro devono svolgere; ma si è rivelato tra i peggiori anche per la bassa qualità dei propri prodotti (semilavorati o finiti), figlia della malagestione di cui sopra. ecco, qualche minuto fa, scrivendo un breve messaggio informativo per questo cliente ("ciao, i nuovi file sono sul server"), mi è presa una strana voglia di tornare volontariamente alla questione "mi tratti da dipendente", magari in modo caustico e antipatico, cercando lo scontro, considerando che tanto "da perdere" c'è davvero poco... per il quieto vivere, e la gioia dei soci, mi son trattenuto.

sarà la crisi, sarà il mercato, sarà la congiuntura sfavorevole. ma se vuoi lo sgaloppino, te lo assumi con tutti i crismi. cosa? assumere costa troppo? sotto molti aspetti? hai ragione: meglio la piccola società che pur di tenersi i clienti è disposta a lavorare sottocosto, vero? un sincero vaffanculo da parte mia e da tutti gli sgaloppini disoccupati del mondo.

E' per questo che seguo la legge dell'ortica
che ogni giorno mi incita
quando butto giù un testo che vuoi che ti dica
non c'è gusto se non irrita


Si lavora e si fatica per la legge dell'ortica!
La legge dell'ortica - CapaRezza (Verità Supposte, 2003)

1 commento:

  1. RIVOLUZIONE!!!!!!!
    eheh ...
    e penso pure di sapere chi sia il soggetto del post.
    In bocca al lupo.

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